Marco Francini, il gruppo the Bank fa rivivere la musica degli anni ’70 sulla rotta verso la California

«The Bank è amicizia, la musica con la quale siamo cresciuti, un modo di stare insieme e suonare gli strumenti vivi e reali per condividere e comunicare ideali e passioni».
Poche parole bastano a Marco Francini per definire l’essenza dello spettacolo (The Bank, american&west coast music) che proporrà sabato 24 febbraio alle 21, sul palco del teatro Bolivar di Materdei (in via Via Bartolomeo Caracciolo detto Carafa, 30).
In scena con lui, Massimo Curcio (voce, chitarra elettrica, chitarra acustica), Marco Pierno (voce, tastiera, lap steel guitar) e Roberto Trenca (voce, chitarra elettrica, chitarra acustica), Marco Di Palo (voce, basso), Carlo Di Gennaro (batteria). Ospiti speciali, Brunella Selo (voce) e Riccardo Veno (voce, chitarra, sax).
Parola nevralgica del concerto è memoria musicale, creativa e artistica per far riemergere quel movimento nato degli anni ’70 intriso di blues rock, west coast, country, ballad e tante altre meravigliose visioni, attraverso protagonisti come Crosby, Still, Nash & Young, Jackson Browne, Eagles, America, J. J. Cale, Steve Miller Band, Bob Dylan, James Taylor.
Il gruppo napoletano ripercorre la route 66, arteria stradale che collega Chicago con Los Angeles, ovvero la California, da sempre, nell’immaginario collettivo mondiale, simbolo della libertà per tante generazioni. Il suono analogico, l’energia creativa, l’aspetto sociale sono alla base del linguaggio americano degli anni ’60 e ’70. E il gruppo partenopeo vuole contribuire a diffonderlo.
Sei artisti per rendere viva un’eredità che appartiene al mondo. E partiamo proprio da lui, da Francini: , cantante, autore, chitarrista. Tante le sue collaborazioni con protagonisti del cinema, della cultura e del teatro, da Silvio Orlando a Mario Martone, passando per Tinto Brass.
Massimo Curcio, cantante, autore, chitarrista, ha affiancato anche, tra gli altri, con Pino Daniele e Renzo Arbore.
Roberto Trenca, chitarrista, appassionato studioso di musica andina, ha lavorato con il gruppo degli Inti illimani e con la cantautrice cilena Isabel Parra, ma anche con Francesco Guccini e Mimmo Locasciulli.
Marco Di Palo, bassista, è ispirato dalla musica classica ai Beatles, dai raga indiani ai ritmi dei Balcani, dai canti orfici alle villanelle. Tra gli artisti con cui ha suonato, Fausto Cigliano e Gipo Farassino,
Marco Pierno, chitarrista, polistrumentista, protagonista della new wave napoletana degli anni ’80 , ha continuato gli studi classici in piano e composizione. Alle spalle 20 anni trascorsi in California, dove si è occupato di composizione musicale per film e tv.
Carlo Di Gennaro, batterista sin dagli anni ottanta, tanta le collaborazioni live e discografiche. Vincitore del premio Musicultura con Andreasbanda nel ‘95 e con Alessio Arena nel 2012. Con Il ladro di Giorni di Nelson & Gnut è entrato nella cinquina per il miglior brano originale. da: Ilmondodisuk.com

 
 
 
 
 

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