Napoli, AL NAZARETH, MARCO FRANCINI BAND HA RACCONTATO DOMENICO MODUGNO CON MISTER VOLARE
da: La voce del Nisseno
di DANIELA VELLANI – Un concerto di alta qualità, bello ed emozionante.
Nei giorni scorsi, sulla terrazza dell’Istituto Nazareth a Napoli, tra un panorama mozzafiato, sotto lo sguardo dell’isola di Capri e la luna piena che si specchiava sul mare, di fronte ad un pubblico attento, si è svolto un concerto di altissima qualità, divertente ed emozionante. La Marco Francini Band costituita dal protagonista “cantattore” Marco Francini, voce e chitarra, la giovane e talentuosa pianista Eunice Petito, il virtuoso Roberto Giangrande al basso elettrico e il poliedrico polistrumentista e giornalista Michelangelo Iossa, percussioni e voce, ha presentato Mister Volare, un vero e proprio viaggio tra le variegate ed eterne canzoni del grande artista Domenico Modugno. Lo spettacolo dal 2010 riscuote molti consensi con decine di repliche durante i tour in tutta Italia. La serata organizzata, dall’Associazione GuapaNapoli in collaborazione con l’Istituto Nazareth, è stata effettuava a favore della Fiadda Onlus di Afragola.
Presenti all’evento la dottoressa Elisa Rotriquenz, preside dell’Istituto, il professor Luigi Tortora, vicepreside, la dottoressa Giovanna Ferraro, direttrice, l’avvocato Antonio Iozzi, vicepresidente della Quinta municipalità, il professor Diego Bouchè, già direttore dell'istituto regionale scolastico della Calabria; per la Fadda, la onlus beneficiaria del contributo, l’architeto Raffaele Puzio e la dottoressa Sabina Garofalo; curatore dell'iniziativa per il Nazareth il professor Vincenzo Restelli e, per Guapanapoli, Armando Grassitelli e Marta Del Giudice.
Dopo la presentazione e i ringraziamenti di Armando Grassitelli, i quattro protagonisti hanno calcato la scena e subito sono entrati in empatia col pubblico con cui hanno interagito non solo coinvolgendolo ed emozionandolo con le esecuzioni delle canzoni, ma anche con racconti di aneddoti, battute, brevi ma assai spassosi sketch. Dopo una serie di divertenti battute sui capelli ricci, hanno dato voce alla musica, aprendo il concerto con la celeberrima Donna Riccia. Subito ci si è immersi in un susseguirsi di canzoni, una più bella dell’altra, tratte dall’ampio repertorio di Modugno.
I quattro hanno così spaziato tra brani che hanno fatto il giro del mondo, che hanno fatto la storia della canzone italiana, della televisione e del teatro e che spesso hanno ricevuto riconoscimenti a festival come quello di Sanremo e di Napoli: Lazzarella, Io Mammeta E Tu, Lu Pisci Spada, Notte Di Luna Calante, I Delfini, Meraviglioso, Nel Blu Dipinto Di Blu, Il Vecchio Frack, Una Strada ‘Nfosa, Piove, Resta Cu ‘Mme,‘O Cafè, Musetto, Dio Come Ti Amo, Come E’ Bella L’Avventura, Amara Terra Mia. La canzone Pasqualino Maraja è stata introdotta da una divertente performance durante la quale Iossa ha indossato un improvvisato turbante.
L’interpretazione di ‘O Cafè è stata preceduta da una serie di battute sui diversi tipi di caffè e un’improvvisazione nella parte finale ha ricordato Don Rafaè di Fabrizio De Andrè. Interessante è stato lo struggente racconto su quando, nel 1955, Modugno scrisse il successo L’Uomo In Frack, considerata da molti la più bella canzone del suo repertorio ispirata al principe Raimondo Lanza di Trabia il cui suicidio impressionò il cantante pugliese che da pochi giorni aveva perso il padre.
Non sono mancate toccanti interpretazioni di versi tratti dai testi delle canzoni, così come una simpatica sfida tra Francini e Iossa fatta a colpi di copertine di dischi di Gorni Kramer, Duke Ellington, Elvis Presley. Con la splendida interpretazione della canzone I Delfini si è ricordato l’impegno politico e sociale del grande artista, nonché la sua attenzione verso la sofferenza e la diversità.
Le interpretazioni sono state magistrali. Marco Francini con la sua voce calda, forte, dal timbro limpido e cristallino ha emozionato e ha reso omaggio al grande chansonnier con fierezza e simpatia. Eunice Petito ha letteralmente ricamato i tasti tessendo i brani con raffinatezza e con tocchi jazz che li hanno resi particolari. Roberto Giangrande, ha delineato il ritmo con originalità ed eleganza assieme a Michelangelo Iossa. Quest’ultimo oltre ad intervenire con le percussioni, ha cantato e ha messo in atto le sue qualità di intrattenitore e di grande competenze della storia della musica.
Non è mancato il bis, richiesto a gran voce. Così, sotto la luna piena ormai alta, i quattro bravi artisti hanno donato altre emozioni con una toccante e magica interpretazione di La Lontananza. DANIELA VELLANI